mercoledì 26 ottobre 2016

Certi sogni ti restano aggrappati alle giornate...

Stamattina mi sono svegliata con in mente un sogno fatto la scorsa notte. Ero in una casa, molto simile a quella in cui ho vissuto per qualche tempo in Germania lo scorso anno: un ampio soggiorno con in fondo una finestra, ed una scala di legno per raggiungere il soppalco con la camera da letto. Sotto la scala, una grande libreria piena zeppa di libri perfettamente ordinati. Era notte, c'era un forte temporale e si sentiva forte il rumore del vento. Le folate erano così forti da far agitare la scala ed il soppalco (assurdo lo so, ma non per il mio inconscio onirico evidentemente...). Impaurita, scendo quindi dalle scale e mi rifugio in basso; poco dopo la scala crolla, facendo cadere tutti i libri. Il resto della casa, invece, intatto. Questa idea del "crollo" me la sono portata attaccata alla schiena con le unghie per tutto il giorno. Per quel poco che ne so, l'immagine della casa nei sogni è strettamente legata alla propria persona: la casa crollata l'ho quindi immediatamente associata ad un mio crollo fisico e mentale. Mi sono sentita fragile e vulnerabile, ed è una sensazione alla quale non sono abituata. Rimuginando sul sogno per tanto tanto tempo, però, ho improvvisamente messo a fuoco un dettaglio importante: questo temporale, questo maledetto Mr. Hodgkin, non ha fatto crollare l'intera casa, ma solo una parte di essa. Non sono caduta. Certo, ho avuto un bello scossone, ma sono rimasta in piedi... Sono orgogliosa di questo, e volevo condividerlo con voi.

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